RUBRICA
I SANTI E NOI
Sr Delfina Queirós, asm
Sorella dell'Alleanza di Santa Maria


IL SANTO DI TUTTO IL MONDO


Su sant'Antonio sono stati scritti tanti libri, tante cose meravigliose. È ora di chiedersi: cosa si può dire ancora sulla vita di questo santo?

Inizierò ribadendo ciò che Leone XIII disse di lui: “Sant'Antonio è il portoghese più conosciuto, il più amato, il più umile, il più grande tra i grandi, è il Santo di tutto il mondo” (P. Oliveiros de Jesus Reis, Sant'Antonio nostro grande amico).

E perché questa affermazione, “il santo di tutti”? Perché in verità, Fernando de Bulhões, il nostro sant'Antonio ha lasciato ciò che il mondo chiama grande: gli onori, le lodi umane, tutto ciò che è effimero, per aderire completamente a Gesù Cristo, con la volontà di consacrarsi a Lui e persino al martirio, se fosse stato necessario, come coloro a cui voleva assomigliare.

In questa sezione “I santi e noi”, quindi, vedo sant'Antonio come qualcuno che, avendo lottato duramente per vivere nella più profonda unione con Dio, può aiutarci a raggiungere l'obiettivo per il quale siamo stati tutti creati, la SANTITÀ.

Già nell'Antico Testamento il Signore ci dice: “Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo” (Lev 19, 1-2). I documenti della Chiesa ci dicono la stessa cosa: “La ragione più sublime della dignità umana è l'unione con Dio (...) se l'uomo esiste, è perché Dio lo ha creato per amore e, per amore, non cessa di conservarlo nell'esistenza” (GS 19).

Sant'Antonio amava profondamente la Sacra Scrittura e cercava di portare questo amore per la Parola di Dio a tutti. Papa Gregorio IX, che lo canonizzò, lo chiamò addirittura “Arca vivente del Testamento”, perché predicava ciò che viveva, e fu con tale ardore e fuoco che le folle aderirono alle sue parole e molti eretici si convertirono dalle loro vie malvagie. Possiamo vedere qui cosa ha vissuto Sant'Agostino al momento della sua conversione:

“Appena terminata la lettura di alcune frasi della Scrittura, una specie di luce serena entrò nel mio petto, e tutte le tenebre del dubbio furono dissipate” (Sant'Agostino, Confessioni 8, 12).

Ammiriamo Sant'Antonio per la sua grande umiltà: quando entrò nell'Ordine di San Francesco, non rivelò le sue credenziali, nemmeno ai suoi superiori, ma il Signore, che non voleva che quella luce rimanesse sotto il moggio, se ne assicurò quando gli fu chiesto di salire sul pulpito e predicare l'omelia per l'ordinazione dei nuovi sacerdoti.

Ricordiamo alcune frasi del sermone che predicò:

“Siamo qui, fratelli e sorelle, per festeggiare con questi giovani che hanno accettato di abbracciare la croce di Cristo, seguendo l'unica luce che illumina le tenebre della notte. Lo fa chi consacra la propria vita al Signore. Abbandona la moglie amata, dimentica gli amici, delude il padre, lascia sola la madre, dice addio al fascino del mondo, alle ricchezze, alle comodità e al proprio Paese. Tuttavia, non è solo. Ovunque vada, porta tutto con sé (...)

Perché in Cristo c'è riposo, avventura e pace.

Le domande sono infinite.

Ma la risposta è una sola, Gesù Cristo.

Fin da giovane, sant'Antonio si dedicò alla Vergine, che amò molto, a cui si consacrò e che scelse come guida e sostegno della sua vita e della sua morte. I santi sono in Dio. Ma per noi. Che cosa dice dunque Sant'Antonio a noi oggi?

Ci dice: "La prima chiamata di Dio è quella di riconoscere che questo mondo è la via verso la patria definitiva. Noi viviamo in esso e per lui. Abbiamo tanti mezzi a disposizione per il nostro cammino sulla terra: la preghiera, la Parola di Dio nella Scrittura, l'Eucaristia, la devozione a Maria Santissima. Altri come noi, fatti della stessa argilla, ci hanno preceduto e, con la loro dedizione al prossimo, sono diventati modelli per noi e intercedono per noi.

Considerato “Il Santo di tutto il mondo” per i numerosi miracoli a lui attribuiti. Non stupisce quindi che Papa Pio XII, il 16 gennaio 1946, lo abbia proclamato Dottore della Chiesa con il titolo di Dottore Evangelico, nella Lettera Apostolica che inizia con l'elogio:

“Esulta, felice Lusitania; salta di gioia, felice Padova, perché hai generato per la terra e per il cielo un uomo che può ben essere paragonato a una stella splendente, poiché brillando non solo per la santità della sua vita e la sua gloriosa fama di miracoli, ma anche per lo splendore che la sua dottrina celeste diffonde ovunque, ha illuminato e continua a illuminare il mondo intero con la luce più splendente”.

(Santi Quotidiani, Segretariato Nazionale dell'Apostolato della Preghiera)


Luglio 2021


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