RUBRICA
I SANTI E NOI
Filomena Brito, asm
Novizia dell'Alleanza di Santa Maria


PAULO VI | CHI ERA?


La rubrica di quest'anno sui santi e noi è scritta dalle novizie dell'Alleanza di Santa Maria, ognuna delle quali ci racconterà la vita e la storia del proprio patrono di quest'anno. Il primo è Paolo VI, patrono della novizia Filomena Brito.




Chi fu il primo Papa a tornare nella terra di Gesù dopo che Pietro l'aveva lasciata? Chi è stato il primo Papa a celebrare l'Eucaristia nella lingua locale, dopo il Concilio di Trento del XVI secolo? Chi fu il primo Papa a dichiarare una donna dottore della Chiesa?

Paolo VI era quel Papa. Un Papa di inizi in tempi che sembravano volgere al termineEra un tempo di divisione e di rottura: il mondo era diviso in due blocchi, in piena guerra fredda. Durante il pontificato di Paolo VI, ci furono tempi di divisione e di rottura: il mondo era diviso in due blocchi, in piena guerra fredda, e la Chiesa, divisa tra sé, era bloccata nella sua ricerca di vie verso l'unità.

Con il nome Giovanni Battista Montini, a cui è stato affidato il ruolo di successoreIl Concilio Vaticano II è una pietra miliare nella storia della Chiesa, che raccoglie l'eredità del Concilio iniziato nel 1962 da Papa Giovanni XXIII, morto un anno dopo. Il Concilio Vaticano II è una pietra miliare nella storia della Chiesa e nasce da una riflessione della Chiesa su come attualizzarla nella società di oggi, mantenendo la fedeltà a tutta la storia del passato e, soprattutto, una maggiore fedeltà a Dio. È un lavoro difficile, che si snoda sulla linea sottile in cui si incontrano l'apertura al mondo e la fedeltà alla tradizione. Ma Paolo VI era anche precursoreEra un nuovo modo di vedere la Chiesa e di vivere la fede. Uno dei principali cambiamenti del Concilio Vaticano II riguarda l'Eucaristia, che ora viene celebrata nella lingua locale (invece che in latino), raddrizzamentoIn questo modo, i percorsi dei fedeli che, attraverso l'ascolto e la comprensione della Parola, sono in grado di incontrare e parlare con Gesù.

Il nome Paolo VIscelto dopo la sua nomina, era già un profezia che annunciava il suo impulso evangelizzatore a proclamare il messaggio di Cristo a tutti.Andiamo nel mondo, credenti e pagani, come l'apostolo San Paolo. Il suo primo viaggio fu in Terra Santala terra dove tutto ha avuto inizio, la fonte che dà significato a tutto e dove Paolo VI voleva attingere forza per il suo pontificato. Come un fiume che non riesce a fermarsi, ha visitato tutti e cinque i continenti e, nel 50° anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima, è stato il primo Papa a recarsi in pellegrinaggio alla Cova da Iria.

Il dialogo è una delle eredità più ricche che questo Santo Padre ci ha lasciato", scrive: "Il clima del dialogo è di amicizia; meglio, di servizio".. Il suo desiderio di dialogare con le diverse confessioni, le religioni e il mondo è forte; questo è il tema della sua prima enciclica. Paolo VI visitò i patriarchi ortodossi, ricevette i capi delle chiese protestanti e parlò alla sede dell'ONU; ha istituito la Giornata Mondiale della Pacefondata sulla speranza di pace tra tutti i popoli, e anche il Sinodo dei VescoviQuesto è il motivo del maggiore coinvolgimento dei vescovi nelle preoccupazioni della Chiesa universale.

Papa Francesco ha definito Paolo VI "il Papa della modernità" per il modo innovativo in cui ha riformato la Chiesa, ma potremmo dargli molti altri titoli: un uomo di grande coraggio, un uomo che ha vissuto della forza degli umili, della politica dei semplici, della fiducia dei poveri, della preghiera di coloro che si dedicano ad amare e a servire, per portare l'uomo all'incontro con Dio.. È stato un uomo che ha sofferto molto per la Chiesa, alla quale ha dato la vita, soprattutto all'indomani del Concilio e delle tante controversie sorte intorno a lui; ma è stato anche il Papa della vera gioia, scrivendo un'esortazione apostolica sulla gioia.

Ciò che la sua postura non rivela emerge dalle sue parole: esse mostrano la dolcezza con cui ama Dio, la dolcezza con cui ama tutti, ai quali parla "In nome di Dio" (il suo motto episcopale). Un uomo fatto per l'amicizia con tutti, un uomo che è stato padre, un uomo che è stato sacerdote e quindi scrive: "Uomini, comprendetemi; vi amo tutti nell'effusione dello Spirito Santo...".

Al termine dell'ultima preghiera che scrisse, l'Angelus della domenica della Trasfigurazione, il 6 agosto 1978, chiese alla Vergine Maria, "madre premurosa e affettuosa", la protezione per tutti. Paolo VI, che ha scritto molte pagine su di lei, l'ha proclamata nel 1964 come "Madre della Chiesa", affidando tutta l'umanità al suo Cuore Immacolato.

Se le ultime parole scritte erano rivolte a Santa Maria, le ultime parole pronunciate da Paolo VI erano rivolte al Padre. Secondo coloro che lo hanno accompagnato nelle sue ultime ore, ripeteva le parole del Padre Nostro: "Padre nostro che sei nei cieli...". E così, vedendo Cristo nella sua gloria e bellezza, ha dato la vita in quella domenica, il giorno della Trasfigurazione. Forse, come Pietro, ha esclamato: "Signore, è bello per noi essere qui" (Mt 17,4) e rimanerci per sempre; donando tutta la sua vita al Padre, che ha ascoltato la sua preghiera e gli ha fatto sentire in quel momento della Trasfigurazione, in modo più pieno, "Questo è il figlio mio tanto amato" (Mt 17,5).

Paolo VI era un papa, ma oggi è un santo, quindi può essere un esempio per la nostra santificazione. Da lui possiamo imparare il dialogo: prima quello con Dio nell'ascolto della Parola, poi quello con gli altri e anche quello con noi stessi. Rendersi conto che la tradizione e l'innovazione esistono in noi e che questo dialogo può essere difficile, ma che è possibile e, soprattutto, è per una maggiore fedeltà a Dio. Ci mostra che nella Chiesa c'è un luogo dove conservatori e progressisti possono dialogare, e quel luogo è il Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, Madre di tutti.

Questo uomo forte ci insegna ad avere un amore coraggioso per la ChiesaÈ un amore che non abbassa le braccia, che si rompe le scarpe, un amore che soffre per la Chiesa e si dona totalmente a lei. Ci insegna un amore che esce, con la freschezza dello Spirito Santo. Ci insegna a chiedere per il nostro Santo Padre, per Papa Francesco, che è colui che oggi dà il suo corpo sulla cattedra di Pietro.


Gennaio 2024


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